Don’t believe in yourself
Don’t deceive with belief
Knowledge comes with death’s release
Fill your heart with love today
Don’t play the game of time
Things that happened in the past
Only happened in your Mind
Only in your Mind, ah forget your Mind
And you’ll be free-yeah
The writing’s on the wall
Free-yeah And you can know it all
If you choose. Just remember
Lovers never lose
‘Cause they are Free of thoughts unpure
And of thoughts unkind
Gentleness clears the soul
Love cleans the mind
And makes it Free
Free
David Bowie - Fill your heart
It’s on America’s tortured brow
That Mickey Mouse has grown up a cow
Now the workers have struck for fame
‘Cause Lenin’s on sale again
December 17th, 1971
David Bowie releases his fourth album, Hunky Dory, which opens with the anthemic “Changes.”
DAVID BOWIE - HUNKY DORY (Rca, 1971)
Agli inizi degli anni ‘70, David Bowie godeva già di una discreta fama. Space Oddity e il controverso Lp The Man Who Sold The World gli avevano già garantito una certa attenzione insieme alle eccentriche esibizioni live fatte di tutine e lustrini in piena filosofia glam. Ma al Buon David tutto questo non bastava. Ciò che più desiderava era il successo planetario, quella fama globale inseguita fin dagli esordi. Così compie un piccolo passo indietro, smette per un attimo tutine e lustrini, mette in un angolo Ziggy Stardust e scava nel mondo di David Robert Jones (si, è il suo vero nome) confezionando un disco da cui trasuda la piena consapevolezza di se e delle proprie qualità artistiche. Di fatto Bowie riscrive le regole del rock attingendo a cose già viste e sentite ma conferendo al tutto una inconfondibile impronta personale. Omaggia a modo suo i mostri sacri dell’epoca, anche se non tutti apprezzeranno, e da forma a quello che sarà il Bowie pensiero aprendosi le porte del paradiso del rock e gettando le basi verso l’immortalità. Come detto, Ziggy è lì in un angolo, pronto ad irrompere sulla scena ma ci sino già tracce di quello che sarà il futuro Duca Bianco. Hunky Dory lo si può considerare il preludio alla sconfinata carriera di Bowie in cui si può trovar traccia di tutto quel che sarà. Non ci sono maschere, nessun artificio, solo grande musica, a confermare una innata abilità compositiva, è una visione del mondo unica, di quelle che solo chi ci osserva dall’alto può avere. Se poi consideriamo che da questo disco vengono fuori brani come Changes e Life On Mars…beh, ancora oggi è un gran disco che se fosse uscito ieri sarebbe ancora capace di stupire. Il primo grande capolavoro di David Bowie. L’inizio di una sfolgorante ed ineguagliabile carriera.
David Bowie - “Life On Mars”
From the album Hunky Dory
(December 17, 1971)
Last song scrobbled from iTunes at Last.fm
hunky dory
damn
im melting
dying
whatever
but im fEELING THINGS
god bless david bowie