Giri/Haji - Dovere/Vergogna
Ho appena terminato la visione di una delle serie più belle tra quelle viste negli ultimi anni. “Giri/Haji” (Dovere/Vergogna) è una serie poliziesca-noir di produzione britannica e ambientata tra Tokyo e Londra. Storia di due fratelli, uno detective e l’altro piccolo membro della Yakuza. Kenzo e Yuto interpretati rispettivamente da Takehiro Hira e Yōsuke Kubozuka entrambi ben conosciuti da chi come me ama il cinema asiatico. Yuto è costretto a scappare a Londra dopo aver avuto un figlio dalla bella e dolcissima figlia del suo boss (Anna Sawai) e per aver ucciso il gangster sbagliato. Non mi addentro troppo nella trama, vi dico solo che merita davvero. E’ fatta così bene sotto tutti i punti di vista, regia, sceneggiatura, ambientazioni, livello recitativo (altissimo), che potrete apprezzarla anche se non amate il genere. Altro aspetto degno di nota è che tutti i personaggi, anche quelli che sembrerebbero secondari, finiscono per risaltare in una dimensione umana, emotiva e di lotta con il proprio sé e con l’eterno oscillare tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ecco che allora anche i due più giovani del cast, la figlia del poliziotto Taki, con la sua adolescenziale ribellione e alla scoperta della propria sessualità e la paura che la pace interiore sia solo un miraggio e il suo nuovo amico Londinese, Rodney gigolò omosessuale e cocainomane anche lui alla disperata ricerca di un senso, ecco che anche loro creano una storia nella storia fatta di affetti, amori perduti e un mondo intorno a loro che cambia troppo velocemente e violentemente. Ci sono diverse trovate registiche che non vi anticipo tranne una, un balletto onirico con tutti i protagonisti girato in uno struggente bianco e nero. Una scena che in me ha sortito un grande pianto liberatorio e di cui avevo bisogno a riprova che la danza e l’arte in genere sanno scatenare emozioni e dinamiche che nella nostra quotidiana routine non riusciamo ad affrontare. Lacrime che, come la pioggia a Tokyo all’inizio della serie e a Londra alla fine, purificano e ci aiutano a superare addii e dolori più grandi di noi, in attesa di un sole che sorgerà per darci nuova speranza.